Iraq | fiori delle donne Yazide: un hotspot in Iraq per un’agricoltura “di genere”

8 marzo 2022. Duhok, KRI – Le conseguenze socio-economiche delle crisi siriana e irachena nella regione del Kurdistan iracheno (KRI), che ospita la maggior parte delle persone sfollate in seguito a questi conflitti, insieme al protrarsi della pandemia da COVID-19, hanno avuto un impatto significativo sulla possibilità di accesso a fonti di reddito per i gruppi più vulnerabili della popolazione, in particolare per le donne.

Nel governatorato di Duhok, che insieme ai governatorati di Erbil e Al-Sulaymaniyya ospita ad oggi più del 40% degli Internally Displaced People (IDPs) e rifugiati sia nei campi che nelle aree urbane e rurali del Paese, si conta il numero più alto tra IDPs e rifugiati (circa 253.000), tra cui circa 200.000 Yazidi, una minoranza antica originaria del Sinjar che riscontra seri problemi di integrazione socio-economica dovuti principalmente alle diversità linguistiche e religiose. In questo governatorato, AICS e i suoi partner hanno contribuito negli anni al rafforzamento della coesione sociale e della resilienza delle persone più vulnerabili tra gli Yazidi, i rifugiati siriani e la comunità curda ospitante, con progetti dedicati al sostegno e potenziamento delle filiere agricole e volti a migliorare le opportunità di accesso al reddito e di inclusione sociale, a favore soprattutto delle donne.

Nonostante la sostenibilità del settore agricolo sia stata sistematicamente minata da conflitti, abbandono e cattiva gestione, il potenziale di sviluppo del settore dell’agricoltura in KRI e nel governatorato di Duhok è in realtà estremamente elevato per via della fertilità dei terreni, della possibilità di accesso all’acqua e di un’alta produttività rispetto alla media nazionale. Considerando che in Iraq l’agricoltura risulta essere il secondo settore economico per impiego femminile (37% della forza lavoro composta da donne), il potere intrinseco di questo settore per sostenere l’autosostentamento delle comunità fragili e in particolare delle donne risulta notevole.

È così che nel campo di Essyan, dove risiedono circa 15.000 Yazidi scappati dalla violenza nella loro terra d’origine, si coltivano fiori, piante ornamentali e la possibilità di creare una fonte di reddito sostenibile. Grazie a due progetti finanziati da AICS a partire dal 2019, la Fondazione AVSI ha installato otto serre all’interno del campo, dove 70 donne e un gruppo di 10 uomini appartenenti alla comunità IDP yazida hanno completato la formazione sulle tecniche di floricoltura, un corso base di business e rendicontazione e life skills, avendo così l’opportunità di poter cominciare la propria produzione di fiori e piante ornamentali. La stessa installazione delle serre è avvenuta mediante un'iniziativa di cash for work che ha coinvolto e dato lavoro a 40 beneficiari del campo. I fiori e le piante sono poi venduti al dettaglio e ai vivai di Duhok, assicurando alle donne che li hanno coltivati una fonte di sostentamento.

Fragole, aloe vera, rose e menta sono state inoltre recentemente piantate in quattro di queste serre per assicurare la diversificazione della produzione, ed è stata contestualmente avviata la produzione di saponi naturali e acqua di rose in un laboratorio attrezzato per questo tipo di lavorazione.

Nel campo di Essyan si pensa quindi al futuro. Lo sbocciare dei fiori e la crescita dei funghi coltivati nelle grotte naturali continuano, e insieme ad essi le attività agricolo-commerciali, l’incremento del reddito familiare dei beneficiari coinvolti, e il fiorire di nuove possibilità di emancipazione e partecipazione sociale ed economica per le donne Yazide in fuga da conflitti, violenze e schiavitù.

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