Giordania | WEE.CAN! e il sostegno all’empowerment economico delle donne

8 marzo 2022. Giordania – Tacite norme di genere, norme tribali, norme sociali. In Giordania, le aspettative e gli atteggiamenti delle donne, delle famiglie e delle comunità stesse sono fortemente influenzati da norme non scritte e discriminanti che inquadrano la donna principalmente come madre e la collocano nel ruolo cliché di curatrice della casa, lasciando poco se non alcuno spazio alle possibilità di empowerment personale. I fenomeni di internalizzazione delle norme sociali riguardo ai ruoli di genere generano una risposta di adeguamento, per cui le donne non soltanto rimangono in gran parte escluse dalla possibilità di svolgere un ruolo attivo nell'economia, ma ricevono anche un riconoscimento limitato per il ruolo significativo che svolgono all'interno della famiglia. A livello familiare, infatti, si osservano disuguaglianze nella quota di distribuzione del lavoro domestico, da considerarsi un vero e proprio lavoro non retribuito, che è decisamente sproporzionata a sfavore delle donne.

Uno studio su questo tema commissionato da Oxfam nel 2020 e condotto nel governatorato di Ma'an, nella Giordania meridionale, ha rilevato che le donne svolgono la stragrande maggioranza delle attività domestiche e questo contribuisce a precludere loro l’accesso ad opportunità di generazione di reddito ed emancipazione economica e sociale. Il progetto WEE.CAN!, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e implementato da Oxfam in quest’area molto conservatrice del Paese, si inserisce perfettamente nel contesto descritto, proponendo un supporto alle donne sviluppato intorno a due componenti principali: empowerment economico ed empowerment sociale. Oltre a sostenere l'accesso ad attività generatrici di reddito sostenibili per donne economicamente vulnerabili provenienti dalle comunità di rifugiati e ospitanti in quattro aree del governatorato di Ma'an, Al Qasabah, Athroh, Mraighah e Al Jafr, il progetto ha mirato a creare un ambiente più favorevole per le donne relativamente alle norme sociali e ai ruoli di genere, che spesso si traducono nell'esclusione delle donne dal mercato del lavoro.

Grazie alle attività attuate nel corso di tre anni, e a seguito di un’analisi del mercato del lavoro nelle aree target focalizzata sulla valutazione delle competenze professionali delle donne beneficiarie e sulla domanda di mercato, 162 donne ­­– di cui 30% siriane e 70% giordane ­– hanno beneficiato di corsi di formazione professionale (vocational training) della durata di 30 giorni, sviluppati seguendo gli standard e i curricula nazionali forniti dal Centro di Formazione Professionale, 165 donne hanno partecipato a corsi di alfabetizzazione economico-finanziaria e 36 donne hanno ricevuto sostegno al lavoro autonomo grazie a formazioni e supporto tecnico e accesso al credito. In uno step successivo del progetto, è stato fornito  sostegno, mediante tutoraggio e coaching di 131 donne e supporto finanziario a 19 imprese sociali, alle donne che hanno deciso di avviare micro-imprese e imprese sociali. Oltre ad ulteriori attività di networking per la regolamentazione delle imprese sociali nelle aree di intervento, formazione sulle competenze trasversali e realizzazione di 18 micro-progetti a livello comunitario guidati da donne, il progetto si è concentrato su attività di advocacy in merito ai ruoli di genere ed il problema del lavoro domestico non formalizzato come impedimento all’empowerment economico delle donne, attività grazie alla quale sono stati raggiunti 1.000 beneficiarie nella comunità target, 50 stakeholders nazionali e internazionali e oltre 64.000 followers dei social media dedicati.

Molte delle donne intervistate nel corso delle attività hanno evidenziato come il progetto abbia fornito loro non soltanto conoscenze tecniche, ma anche la possibilità di affrontare, insieme ai membri maschili delle famiglie, alcune barriere e stereotipi che impedivano loro di lavorare o di esercitare attività economiche autonome. Alla fine del 2021, la maggior parte delle donne che hanno ricevuto un contributo grazie al progetto erano impegnate in attività di generazione di reddito, con alcune di esse in procinto di espandere il proprio business, garantendo il coinvolgimento di collaboratrici della propria comunità.

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