IL PAESE
Situata nel cuore del Medio Oriente e indipendente dal 1948, la Giordania ha una storia recente di rapida crescita della popolazione dovuta alle crisi regionali e ai conseguenti movimenti di persone. Il Paese ha infatti accolto libanesi in fuga dalla guerra civile libanese, iracheni alla ricerca di rifugio in seguito alla guerra del Golfo e in Iraq, e un gran numero di palestinesi provenienti dalla Cisgiordania e dalla Striscia di Gaza. Dal marzo 2011, con l’esacerbarsi della crisi siriana, sono arrivati in Giordania numeri senza precedenti di migranti dalla Siria.
Pur non essendo firmataria della Convenzione del 1951 relativa allo status dei rifugiati, la Giordania ha quindi accolto un numero di migranti tale che, ad oggi, la popolazione di rifugiati rappresenta quasi il 30% della popolazione totale.
Le strategie di Cooperazione Internazionale in Giordania precedenti al 2011, fatta eccezione per la questione palestinese, erano caratterizzate da interventi di stampo prettamente socio-economico.
A partire dal 2011, la crisi siriana ha ripercussioni notevoli sulla stabilità socio-economica e sulla sicurezza del Paese, che si aggiungono alla già presente necessità di implementare riforme politico-sociali volte al miglioramento della condizione economica del Paese. L’afflusso massiccio di rifugiati siriani, a cui (sebbene con alcune limitazioni) è stato garantito l’accesso ai servizi pubblici al pari della popolazione locale, ha messo a dura prova la capacità del Paese di mantenere un livello qualitativamente e quantitativamente adeguato di servizi al cittadino. In particolare, ne è scaturita una certa competizione sul mercato del lavoro informale e non qualificato e sull’utilizzo dell’acqua, che è un bene scarsissimo in Giordania.
L’aggravio economico sul bilancio pubblico derivato dalla maggiore richiesta di servizi viene quantificato dal governo giordano in 10.288 miliardi di USD dal 2011 al 2016. Tuttavia, mercati interni hanno reagito abbastanza bene all’aumento della domanda di beni primari, i cui prezzi non sono significativamente aumentati negli ultimi 4 anni – fatta eccezione per i prezzi degli alloggi e del pane.
Il Fondo Monetario Internazionale calcola che il 26% dell’economia giordana sia informale. Si calcola che il consumo delle già scarse risorse idriche sia aumentato fino al 40% nelle aree di maggiore concentrazione della popolazione siriana rifugiata.
Ciò nonostante e malgrado il generoso afflusso di denaro reso disponibile dalla comunità internazionale sotto forma di aiuti umanitari e di aiuti allo sviluppo, più dell’80% dei rifugiati siriani insediati in contesti urbani e rurali continua a vivere sotto la soglia di povertà; il 39% non ha accesso a quantità sufficienti di cibo (ed è quindi classificato come food insecure) e un ulteriore 26% è a rischio di trovarsi in condizioni di insicurezza alimentare. Il lavoro minorile è raddoppiato rispetto al 2007 e coinvolge quasi 70.000 bambini, per lo più siriani, il 64% dei quali impiegati in condizioni potenzialmente pericolose e a rischio di abusi ed il 28% è di età inferiore ai 14 anni.
Il turismo è uno dei settori economici di punta del Paese, in particolare quello proveniente dall'Europa e dagli Stati Uniti, e ha un ottimo potenziale di crescita e, quindi, di creazione di occupazione. Gli investimenti del Governo giordano si sono concentrati soprattutto sul miglioramento delle infrastrutture, della promozione e dei servizi, e in minor misura sulla conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale.
IL CONTRIBUTO ITALIANO IN GIORDANIA
Alla luce dell’impegno finanziario assunto dall’Italia in occasione della Conferenza di Londra del 2016 per sostenere il Paese nel far fronte all’impatto devastante della crisi siriana, la Giordania viene inserita nel documento di programmazione 2016-2018 tra i paesi prioritari per la cooperazione italiana. Gli sforzi per garantire l'assegnazione delle priorità e la definizione di obiettivi efficienti per perseguire iniziative di miglioramento sostenibili e a lungo termine sono stati applicati in modo coerente, nell'ambito di un approccio partecipativo che accresce la partecipazione delle istituzioni locali.
In Giordania, a partire dal 2012 la Cooperazione Italiana si è impegnata con fondi di emergenza e interventi di resilienza a sostegno della comunità di rifugiati e delle comunità ospitanti nei settori della salute, della protezione dell’infanzia e dei gruppi vulnerabili, dell’ empowerment femminile, nonché del settore livelihood, eseguiti da OSC e OO.II.
Dal 2017, l’Italia ha allocato 14,5 milioni di Euro per interventi di assistenza umanitaria principalmente nei settori della salute e della protezione.
Il totale dell’impegno dal 2012 al 2020 per la crisi siriana è di:
€ 77 milioni a supporto dei rifugiati e delle comunità ospitanti, inclusi ulteriori
€ 13,75 milioni e a valere sulla programmazione per il 2020 a supporto di OSC e OO.II. per l’attuazione di progetti nei settori di istruzione, salute, infrastrutture, sicurezza alimentare e protezione.
MoU 2017-2019
Nel marzo 2017 il governo italiano ha sottoscritto un Memorandum of Understanding (MoU) con il Governo giordano per il periodo 2017-2019 volto a rafforzare la cooperazione bilaterale e contribuire al raggiungimento degli obiettivi enunciati nei documenti programmatici del Governo giordano: il Programma di sviluppo 2016-2018 e il piano giordano in risposta alla crisi siriana - Jordan Response Plan (JRP).
AICS Amman sta attualmente implementando programmi basati sulle priorità strategiche identificate nel MoU, come segue:
- 1. crescita sostenibile attraverso l'uso efficiente delle risorse locali;
- 2. investire nelle persone e nella coesione sociale; e
- 3. governance.
Accordo Quadro - 2018
Un ulteriore passo importante per la cooperazione tra Italia e Giordania si è registrato con la firma, il 13 Maggio 2018, del nuovo Accordo Quadro che sostituisce e innova il precedente accordo del 16 Giugno 1965.
L’Accordo Quadro intende (i) migliorare le già esistenti relazioni tra i due Paesi, con riferimento specifico al settore della Cooperazione e dello Sviluppo, (ii) implementare le attività concordate e da concordare tra i due Paesi e finanziate dalla Repubblica Italiana, o da altre entità italiane, nella maniera più efficiente possibile, (iii) riaffermare la disponibilità italiana a supportare le strategie di sviluppo della Giordania con progetti che si svolgano nel rispetto di queste strategie, dei principi internazionali e dalle obbligazioni derivanti dall’appartenenza Italiana all’Unione Europea, (iv) incoraggiare la cooperazione tra le entità pubbliche e private, nonché tra le Organizzazioni Nazionali ed Internazionali, al fine di implementare iniziative di cooperazione e sviluppo.
In particolare, l’articolo 4 dell’Accordo definisce la creazione di un Programma Paese della durata di 3 anni con lo scopo di realizzare un piano di sviluppo e cooperazione specifico e comprensivo della definizione delle priorità settoriali, dei risultati previsti, delle modalità di implementazione, considerando costi e manovre finanziarie.
L’Accordo intende avviare una cooperazione strutturata a medio-lungo termine in favore del Regno Hashemita di Giordania che vada oltre la risposta alla crisi umanitaria siriana, elemento base dell’azione degli anni precedenti.